Le somiglianze fra migliori amici vanno al di là di gusti alimentari o musicali, e potrebbero estendersi anche a livello genetico. Nell’ambito del celebre Framingham Heart Study, i partecipanti condivisero moltissime informazioni con i ricercatori: non soltanto il proprio DNA, ma anche le persone che frequentavano. Dato che lo studio iniziò all’interno di una piccola comunità, molte delle persone che venivano indicate come amiche fatalmente erano state a loro volta coinvolte nell’indagine: ciò ha consentito di individuare 1400 paia di amici.
Geni simili, ambienti simili
I dati, recentemente analizzati, hanno dimostrato che la gente condivide lo 0,1% del proprio DNA con i propri amici rispetto a quanto accade con perfetti estranei, e si tratta della stessa somiglianza che si condivide con lontani cugini. Probabilmente, i portatori di geni simili ricercano ambienti simili, e quindi finiscono con il frequentarsi, oppure un DNA simile potrebbe sottendere abilità simili, il che porterebbe queste persone a lavorare meglio insieme sul lungo periodo evolutivo.
L’evoluzione dell’altruismo
Nonostante le varie limitazioni dello studio, dati di questo tipo potrebbero influenzare le teorie riguardo il modo in cui l’altruismo si sia sviluppato nell’arco dell’evoluzione. Ovviamente, c’è ancora molto da scoprire: ad esempio, le maggiori somiglianze genetiche sono state rilevate sul senso dell’odorato delle coppie di amici, ma i ricercatori non sono affatto sicuri del perché.
(PNAS Early Edition online 2014, pubblicato il 14/7)
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